sabato 15 agosto 2009

L'ora di religione


Ultimamente si è alzato un polverone intorno agli avvenimenti che hanno interessato "l'ora di religione". Proviamo a ripercorrerli brevemente e a cercare di capire cos'è successo e quali opinioni sono emerse.

17 luglio 2009.
Fino a questo giorno, seguire l'ora di religione cattolica (per uno studente delle scuole superiori) equivaleva a partire con un numero maggiore di crediti formativi rispetto ai propri compagni che non effettuavano questa scelta, ed inoltre gli insegnanti di religione avevano diritto di partecipare "a pieno titolo" agli scrutini finali degli alunni.
In questa data, il Tar del Lazio ha accolto due ricorsi che vanno a modificare proprio questi punti, in modo da ridimensionare la figura della religione cattolica nella scuola italiana.
Il Tar giustifica questa scelta affermando che
"l’attribuzione di un credito formativo ad una scelta di carattere religioso degli studenti e dei loro genitori, quale quella di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, dà luogo ad una precisa forma di discriminazione, dato che lo Stato Italiano non assicura identicamente la possibilità per tutti i cittadini di conseguire un credito formativo nelle proprie confessioni ovvero per chi dichiara di non professare alcuna religione in Etica Morale Pubblica"
I ricorsi (effettuati da studenti/esse sotto l'aiuto di varie associazioni di libero pensiero) sono stati accolti inquanto (sempre parole del Tar) in essi scorge la richiesta
“di tutela di valori di carattere morale, spirituale e/o confessionale che […] sono tutelati direttamente dalla Costituzione e che quindi come tali non possono restare estranei all’alveo della tutela del giudice amministrativo”
Diciamo che quindi c'è stato un bel passo avanti, infatti
Il TAR, dopo aver ricordato il principio della laicità dello Stato, enunciato dalla Corte Costituzionale come “garanzia dello Stato per la salvaguardia della libertà religiosa, in regime di pluralismo confessionale e culturale (C. Cost. n.203/89), ha precisato che “sul piano giuridico, un insegnamento di carattere etico e religioso, strettamente attinente alla fede individuale, non può assolutamente essere oggetto di una valutazione sul piano del profitto scolastico”, la scelta di avvalersi o meno dell’insegnamento dell’insegnamento della religione cattolica deve essere assolutamente libera e in nessun modo condizionata. “In una società democratica” ha affermato il TAR, “certamente può essere considerata una violazione del principio del pluralismo il collegamento dell’insegnamento della religione con consistenti vantaggi sul piano del profitto scolastico e quindi con un’implicita promessa di vantaggi didattici, professionali ed in definitiva materiali”.
fonte UAAR
La democrazia non piace a tutti.
Adesso dobbiamo guardare le cose da un altro punto di vista. Sebbene la sentenza abbia rafforzato il principio di eguaglianza tra le persone (indipendentemente dalla loro confessione religiosa), c'è chi, dall'altro fronte, accusa un duro colpo al suo monopolio di indottrinamento (religioso) infantile.
Così, cominciano le polemiche contro la sentenza, fatte da sedicenti giornalisi/politici/filosofi/teologi, che condannano "la rottura dalle nostre radici" o "la perdita dell'educazione ai valori morali".
Ed infatti, pochi giorni dopo, possiamo sentire su Radio Vaticana gli attacchi di monsignor Diego Coletti (presidente della Commissione episcopale per l’educazione cattolica), il quale afferma che
l’insegnamento della religione cattolica non andrebbe “a sostenere scelte religiose individuali” ma sarebbe “una componente importante di conoscenza della cultura di questo Paese, con buona pace degli irriducibili laicisti e purtroppo […] anche dei nostri fratelli nella fede di altre confessioni cristiane”.
Spiego il mio punto di vista: insegnare ai ragazzi che l'Italia è "sempre" (anzi ultimamente) stato un paese cattolico è storia ed è giusto che se ne parli; ma farli diventare cattolici (perchè io in tutta la mia carriera scolastica in quelle ore ho fatto catechismo, non storia delle religioni) solo perchè gli italiani lo sono sempre stato no!
Il monsignore, intanto, continua:
Coletti ritiene che tale sentenza sia discriminatoria per gli studenti cattolici e che la vera laicità ne risulterebbe danneggiata “perché per laicità si intende la giusta neutralità di una comunità civile che però dovrebbe essere preoccupata di valorizzare tutte le identità, ciascuna secondo il proprio peso e rilevanza culturale, presenti sul territorio”.
Ahh! Ecco! La chiesta cattolica "è più grande" e quindi chissenefrega delle altre minoranze religiose/atee! Beh, come democrazia mi sembra proprio di essere ai massimi livelli, il pesce grosso mangia il pesce piccolo...

Arrivano i politicanti.
Ma non mancano, oltre chi del cattolicesimo ne fa un mestiere, le carissime lingue politiche sempre pronte a leccare le... guance vaticane; e così esponenti del PDL, del PD e dell’UDC sono intervenuti l'11 ed il 12 agosto a criticare la sentenza
In particolare, l’ex ministro Beppe Fioroni (PD) ha chiesto su Repubblica al suo successore Mariastella Gelmini (PDL) di impugnare il pronunciamento del TAR davanti al Consiglio di Stato, cosa che fece già lui in un’analoga occasione nel 2007. Gelmini ha prontamente raccolto il doppio invito (del predecessore e della Conferenza Episcopale Italiana) e ha annunciato ufficialmente che il ministero ricorrerà al Consiglio di Stato contro un’ordinanza che “determina un ingiusto danno nei confronti di chi sceglie liberamente di seguire il corso”. La ministro ha anche annunciato l’intenzione di ”accrescere e valorizzare” il ruolo degli insegnanti di religione.
fonte UAAR
Ahh, cara Gelmini mi stai dando solo soddisfazioni quest'anno...
Putroppo, la mia miopia intellettuale non mi permette di vedere il danno che viene perpetuato nei confronti di chi sceglie di seguire il corso di religione cattolica; anzi, mi sembra che la sentenza sani il danno preesistende nei confronti di coloro che non sceglievano di avvalersi della religione cattolica, i quali partivano svantaggiati (come punti di credito) rispetto ai compagni. Ma non è che chi crede viene considerato "superiore"?
Inoltre, non vedo il motivo di valorizzare ed accrescere il ruolo degli insegnanti di religione, essendo questi insegnanti divenuti tali senza aver superato un concorso come gli altri, ed inoltre sono deliberatamente scelti dal vescovo...

Il filosofo.
Infine, sul Giornale possiamo leggere un articolo del "filosofo" Giovanni Reale in merito alla questione
Secondo Reale sarebbe questa la materia “più impegnativa”, tanto che può “insegnare veramente religione solo colui che crede e conosce bene ciò in cui crede”. Il suo studio si renderebbe necessario in quanto esisterebbe “una nuova classe di analfabeti”: opinione giustificata citando un aneddoto su uno studente universitario che riteneva che Cristo fosse un autore Mondadori.
fonte UAAR
Lasciando perdere l'elevazione di un caso sporadico a prova dell'analfabetizzazione religiosa degli italiani, le parole che lasciano sconcertati sono queste
l'insegnamento della religione cattolia è necessario anche "per chi non crede. Chi crede deve cercare di chiarire e di approfondire le motivazioni e i fondamenti delle proprie credenze. Chi non crede è giusto che si renda ben conto che cosa sia esattamente ciò in cui non crede e che respinge, e che quindi acquisti una visione critica del proprio non credere"
Benissimo, peccato che come Raffaele Carcano ci ricorda "il filosofo non ha tuttavia precisato se ritenga necessario che per chi crede sia prevista un’ora di ateismo, affinché si renda ben conto che cosa sia esattamente ciò in cui crede e ciò che respinge, e che quindi acquisti una visione critica del proprio credere". Inoltre, mi sembra quantomeno doveroso che chi non crede (se è vero che deve conoscere bene il cattolicesimo per capire una delle religioni cui non crede) debba studiare anche tutte le altre di migliaia di religioni esistenti, per capire perchè non crede in queste; così come il cattolico deve studiare l'ateismo e le altre religioni esistenti, per capire fino in fondo perchè è cattolico.

Purtroppo viviamo ancora in un regime politico di dittatura (e qui è colpa del cavaliere...) che cammina a braccetto con il cattolico vaticano... E se questo regime non cambia, ed il braccetto non si scioglie, finiremo per toccare il fondo (che, per la cronaca, non è poi così lontano).
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