domenica 20 settembre 2009

    Momento risata

    Provate a non ridere!!! (Aspettate il vecchietto con la maglia gialla a righe)

    Hyo-Hyo-Hyo!!!! :D


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    giovedì 10 settembre 2009

    Klaira, la nuova pillola anticoncezionale

    pillola-anticoncezionale-250 Finalmente in Italia arriva la nuova pillola anticoncezionale.

    Cosa c’è di nuovo? In questa pillola sono stati sostituiti i derivati sintetici con l’estradiolo, un estrogeno prodotto dal corpo femminile stesso contro i sintomi della menopausa. Ed ecco così una pillola al naturale che assicura un’alta tollerabilità, un ridotto impatto metabolico e garantisce un corretto funzionamento, alla pari delle tradizionali pillole. 

    Di nuovo c’è anche una variabilità nel dosaggio: una confezione contiene infatti 26 compresse costituite da due ormoni variamente combinati e da 2 placebo, così da ridurre le dimenticanze.

    Le controindicazioni rimangono però sempre le stesse: la pillola non è infatti consigliabile per chi soffre di tumori ormonodipendenti, epatite, trombosi, ipertensione severa, gravi malattie cardiovascolari.

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    martedì 8 settembre 2009

    La roccia si divide in due

    La goccia stava battendo su una roccia troppo grande. I contenuti di questo blog, seppure riflessione di quelle che sono le nostre passioni, divagavano in uno spettro di argomenti troppo vasto.



    Questo, rendeva il blog dispersivo ed è deleterio nella focalizzazione delle notizie, per capirci: una persona che cerca notizie su linux guarda un blog specializzato in linux (e già li l’argomento è molto vario), viceversa chi cerca news sul mondo che ci circonda difficilmente perderà tempo in un blog multifaccia che parla contemporaneamente di informatica.



    E’ per questo che ho deciso di lasciare questo blog alle mie riflessioni sull’attualità e sul mondo che mi circonda, mentre per quanto riguarda la passione informatica nasce una nuova roccia:



    http://ubunturock.blogspot.com



    Tutti i post riguardanti linux, ubuntu ed il mondo informatico in generale, che avevo qui pubblicato, sono stati spostati in Ubuntu Rocks, ed è lì che continuerò ad aggiornarvi sulle mie scoperte virtuali.



    Buona lettura! :)



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    domenica 6 settembre 2009

    Vincere un iPhone 3Gs? semplice! basta scrivere..

    Entro giorno 15 sarà possibile tentare la fortuna e vincere il cellulare ambito da tutti (quelli che non ce l’hanno): l’iPhone 3Gs!

    Logo Contest 2009

    E’ semplice! Basta scrivere un post sul proprio blog che parli di questo contest, organizzato da Blog Info 360! Il fortunato estratto avrà l’onore di ricevere in premio il cellulare sopra citato.

    Allora gente, tentiamo la fortuna! E che la dea bendata sia dalla nostra parte… ;)

    domenica 30 agosto 2009

    Videocracy [La Rai Censura]


    Nella realtà italiana, circa l'80% della popolazione utilizza come unico strumento di informazione quella scatola luminosa che comunemente chiamiamo TV.

    Le sue regole sono semplici: ciò che si vede in TV esiste, ciò che non c'è in TV non esiste.

    E' nel tentativo di mostrare 30 anni di videocrazia italiana che Erik Gandini, italiano di origine ma svedese di residenza (e beato lui), ha deciso di produrre il film Videocracy, nel quale spiega come la società politica (e non solo) italiana si sia plasmata, nel corso degli anni, sulle sole facce che la TV voleva farci vedere.
    E così, colui che possedeva il 50% della TV italiana (adesso siamo al 90%) ha potuto scalare la vetta, a suon di culi e tette, e raggiungere il potere.

    Come già detto, ciò che non esiste in TV non esiste affatto, e Videocrazy non è da meno. Per impedire che gli italiani assopiti dagli intrighi amorosi di Uomini e Donne inizino a pensare, la RAI (non Mediaset, la RAI) ha censurato la messa in onda del trailer del film (vedi sotto), poichè si tratta di un "inequivocabile messaggio politico di critica al governo". Ah, per chi avesse dubbi, il trailer non verrà mandato in onda nemmeno da Mediaset.

    Il film non accusa, il film narra in 80 minuti la storia della TV italiana. Crea problemi a qualcuno? A quanto pare si...

    Funziona come le sigarette: se ci metti 30-40 anni a prendere un cancro ai polmoni non te ne rendi conto, e continui a fumare; se invece bastassero 3 sigarette per farti beccare un bel calcinoma le sigarette verrebbero immediatamente etichettate come veleno.
    Stessa cosa accade con questo film: la storia raccontata è reale, solo che spalmata in un arco di 30 anni, arco troppo lungo per permettere alla mente di un uomo medio di comprenderne gli effetti; condensare tutto in 80 minuti significherebbe far balzare subito all'occhio cause ed effetti, con il rischio di far perdere la faccia a chi l'ha mostrata per anni sorridente a milioni di italiani.

    W la libertà di parola italiana!!



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    domenica 23 agosto 2009

    "Berlusconi, vai in clinica per dipendenze sessuali" - Times

    Ecco il Times online di oggi che bell'invito propone al caro cavaliere
    "A Berlusconi consigliano una clinica per dipendenze sessuali"
    Per chi interessa http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/europe/article6806413.ece


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    sabato 22 agosto 2009

    Idee per Ubiquity

    Alcune interessanti idee che ho trovato sul Tubo, riguardo all'installatore di Ubuntu, anche detto Ubiquity. Se venissero accettate (ultimamente Canonical sta lavorando per migliorare Ubiquity nella 9.10) l'installatore della nostra distro preferita potrebbe avere un look un pò più moderno.
    Fermo restando che l'installatore di Ubuntu, insieme a tutti quelli che permettono di usare il pc tramite LiveCD durante l'installazione, è già anni luce avanti agli altri.





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    No Money, No Moon


    La crisi si fa sentire dappertutto, l'ultimo angolo del mondo che è andato a toccare Washington, e più precisamente la NASA (si, Washington, non Hudson come tutti dicono: li la NASA ha solo una delle sue basi di lancio).

    A quanto pare, all' Amministrazione Nazionale dell'Aeronautica e dello Spazio (National Aeronautics and Space Administration) sono finiti gli spiccioli, e tutte le sognate e sbandierate missioni, dal ritorno dell'uomo sulla Luna all'orma di piè umano su Marte entro il 2050, devono parcheggiarsi nel cassetto dei prossimamente. Anzi, con tutta probabilità qualsiasi missione destinata allo spazio più profondo non verrà effettuata prima del 2028.

    Intanto, tra un paio di giorni si prepara a partire l'ultimo shuttle, destinato alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Dopo di questo, verrà sfruttato un nuovo mezzo di trasporto spaziale per far volare/fluttuare l'uomo nello spazio, denominato Costellation, di cui si sa ancora poco, se non che non prenderà il volo prima del 2014; prima di questa data, gli astronauti americani dovrenno chiedere "passaggi" alla Russia o alla Cina.

    Il motivo di tutto questo? I voli spaziali ad equipaggio umano non servono più, tutto quello che possiamo scoprire con i viaggi spaziali possiamo scoprirlo sfruttando i robot, con grande risparmio economico. Ed infatti l'uomo non sarà andato su Marte, ma i robot terrestri ci sgambettano su da un pò.

    In più, ad allargare il buco in bilancio della NASA ci sono le spese militari e sanitarie sostenute dall'America, che hanno "mangiato" circa l'80% dei fondi federali destinati allo sviluppo e la ricerca; ma che sviluppo c'è nella guerra? mah... alla fine è l'hobby degli USA, e facciamoglielo godere!

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    venerdì 21 agosto 2009

    Matematica nella vita quotidiana

    La stupenda immagine vincitrice del concorso "La matematica nella vita quotidiana" indetto da focus.

    Altre foto partecipanti al concorso le potete trovare qui.

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    giovedì 20 agosto 2009

    Legge di Benford


    La matematica sembra essere una disciplina asettica, che esiste e ha senso solo nella cerchia di "cervelloni" che la capiscono.

    La verità, invece, è che la matematica (come disse Galileo) è il linguaggio con cui è scritto il libro chiamato Natura, e più la si approfondisce e meglio si capisce il mondo. Il bello della matematica è l'essere completamente logica: nulla si da per assunto, ma a tutto ci si deve arrivare ragionando. Tra gli stupefacenti risultati della matematica ce ne sono alcuni che davvero sembrano incomprensibili e esuli dalla relatà, ma dall'effettu stupefacente su chi li sente.

    Supponiamo di prendere un foglio e scrivere in colonna la lunghezza in metri dei fiumi dell'Emilia Romagna; prendiamo adesso le cifre a sinistra di ogni numero (a sinistra, non a destra!): possiamo dire con quasi assoluta certezza che il numero più frequente sarà 1.
    Questa legge è detta Legge di Benford, e matematicamente si esprime così:
    La probabilità che la prima cifra di un numero scelto "a caso" sia c è data dalla formula
    P(c)= log10 (c+1) - log10 (c)
    La dimostrazione di questa legge è molto complicata, ma possiamo intuitivamente immaginare perchè è vera.
    Se questa legge è vera, allora deve avere un invarianza di scala: in pratica se misuriamo la lunghezza dei fiumi in chilometri o in miglia non importa, il numero iniziale più frequente sarà sempre 1. Proviamo quindi a prendere la lista e a raddoppiare i valori (come se misurassimo i fiumi in mezzi-metri), allora tutti i numeri che iniziavano con 5,6,7,8 e 9 inizieranno per 1, quindi la probabilità che il numero inizi per 1 è circa la stessa che inizi per 5,6 ecc..

    Questi sono i dati presentati da Benford per suffragare la sua legge
    Titolo 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Valori
    Fiumi, superfici 31,0 16,4 10,7 11,3 7,2 8,6 5,5 4,2 5,1 3,5
    Popolazione 33,9 20,4 14,2 8,1 7,2 6,2 4,1 3,7 2,2 32,9
    Constanti 41,3 14,4 4,8 8,6 10,6 5,8 1,0 2,9 10,6 1,4
    Quotidiani 30,0 18,0 12,0 10,0 8,0 6,0 6,0 5,0 5,0 1,0
    Specific Heat 24,0 18,4 16,2 14,6 10,6 4,1 3,2 4,8 4,1 13,9
    Pressioni 29,6 18,3 12,8 9,8 8,3 6,4 5,7 4,4 4,7 7,3
    H.P. Lost 30,0 18,4 11,9 10,8 8,1 7,0 5,1 5,1 3,6 6,0
    Peso molecolare 26,7 25,2 15,4 10,8 6,7 5,1 4,1 2,8 3,2 18,0
    Drenaggio 27,1 23,9 13,8 12,6 8,2 5,0 5,0 2,5 1,9 1,9
    Peso atomico 47,2 18,7 5,5 4,4 6,6 4,4 3,3 4,4 5,5 91
    1/n, √n 25,7 20,3 9,7 6,8 6,6 6,8 7,2 8,0 8,9 50,0
    Design 26,8 14,8 14,3 7,5 8,3 8,4 7,0 7,3 5,6 5,0
    Reader's Digest 33,4 18,5 12,4 7,5 7,1 6,5 5,5 4,9 4,2 3,8
    Coste 32,4 18,8 10,1 10,1 9,8 5,5 4,7 5,5 3,1 7,1
    X-Ray Volts 27,9 17,5 14,4 9,0 8,1 7,4 5,1 5,8 4,8 7,7
    American League 32,7 17,6 12,6 9,8 7,4 6,4 4,9 5,6 3,0 14,8
    Blackbody 31,0 17,3 14,1 8,7 6,6 7,0 5,2 4,7 5,4 11,5
    Indirizzi 28,9 19,2 12,6 8,8 8,5 6,4 5,6 5,0 5,0 3,2
    n, n², n³, …, n! 25,3 16,0 12,0 10,0 8,5 8,8 6,8 7,1 5,5 9,0
    Tassi di mortalità 27,0 18,6 15,7 9,4 6,7 6,5 7,2 4,8 4,1 4,8
    Media 30,6 18,5 12,4 9,4 8,0 6,4 5,1 4,9 4,7 10,1
    Errore probabile ± 0,8 ± 0,4 ± 0,4 ± 0,3 ± 0,2 ± 0,2 ± 0,2 ± 0,3


    Naturalmente la legge ha importanti utilizzi anche nel concreto: viene usata per smascherare false raccolte di dati, magari utilizzati a scopo politico, assicurativo, bilancio, nell'analisi delle dichiarazioni dei redditi, ecc...

    Ringrazio il mio amico Nicola per avermi fatto scoprire questa legge :)

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    La ribalta dei docenti di religione


    Per un attimo, con l'ultima sentenza del TAR, le menti laiche italiane avevano tirando un sospiro di speranza riguardo all'ora di catechismo religione nelle scuole pubbliche italiane.

    Purtroppo, sembra che quelle parole siano penetrate nel senso civico delle scuole in maniera tanto a lungo quanto il durare di una scritta fatta sul bagnasciuga, e così con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto del presidente della Repubblica numero 122, è stato legalmente sancito il regolamento sulla votazione degli alunni.
    Questo decreto non tiene minimamente conto della sentenza del TAR: tornano i crediti per chi fa religione e la partecipazione a pieno titolo agli scrutini da parte degli insegnanti di religione.
    E così non serve nemmeno il ricorso al Consiglio di stato che Mariastella Gelmini aveva proposto (contro il TAR).

    Viva la liberale, cattolica, democratica ed egualitaria Italia!

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    domenica 16 agosto 2009

    Da oggi ricattare la moglie è legale (in Afghanistan)


    La nuova legge sulla famiglia che il parlamento afghano sta per promulgare, è semplicemente la legalizzazione del potere di ricattare la moglia da parte del marito.

    Il disegno di legge afferma infatti che
    "È responsabilità della moglie soggiacere al ragionevole piacere sessuale del marito e non lasciare il tetto coniugale senza il suo permesso, eccezion fatta per situazioni di emergenza. Se qualunque dei doveri di qui sopra non è ri­spettato, la moglie è da considerare disobbediente"
    E cosa accade alle mogli disobbedienti? Perdono il diritto ad essere mantenute dal marito, ovvero sono destinate alla fame. E se qualcuno sta pensando alla scappatoia del "fuggire di casa", ricordo che la legge afferma anche che è dovere della moglie
    non lasciare il tetto coniugale senza il suo permesso [del marito], eccezion fatta per situazioni di emergenza
    In pratica, o lo si fa quando vuole il marito o si muore di fame.
    Motivo di una legge del genere? Garantisce un alto numero di voti al presidente Karzai, il quale si sta avviando ad affrontare le elezioni.

    Fortunatamente c'è chi si oppone, come è possibile leggere scorrendo la notizia sul corriere della sera.
    E' interessante però vedere che c'è chi è contrario all'emendamento per altre ragioni: il vicerettore dell'Università sciita, Abdul Latif Sajjadi, si proclama insoddisfatto della legge, afferma infatti:
    "Ero nella commissione del riesame e mi sono opposto agli emendamenti. È una vergogna che, sotto l’influenza straniera, l’età del matrimonio sia stata alzata a 16 anni per le ragazze e 18 per i ragazzi. È contro l’Islam. Quanto al 'ricatto cibo per sesso', non ci vedo niente di strano: i mariti per il Corano hanno l’obbligo di sfamare, vestire e proteggere le mogli. In cambio esse devono obbedire. Il letto non ha alcuna extraterritorialità"

    sabato 15 agosto 2009

    Cosa c'è nelle sigarette

    Fumatori del mondo, osservate. La psicologia umana è stata calibrata dall'evoluzione per percepire i pericoli nell'imminente. Lato positivo quando un bisonte rischiava di uccidere i nostri antenati, ma negativo per noi che dobbiamo essere capaci di capire anche il rischio che comporta il fumare constantemente sigarette, o il bere troppo ogni sera. In fondo, fumare 200 sigarette causa gli stessi problemi cardiaci di una dose di cocaina...

    Un metodo carino per valutare gli effetti è accorciare i tempi e renderli immediati (la mente lo capisce meglio). 400 sigarette, un fumatore medio che fuma un pacchetto al giorno ci mette 20 giorni per fumarle. Ma quanto Catrame portrano nei polmoni? Eccovelo.

    L'ora di religione


    Ultimamente si è alzato un polverone intorno agli avvenimenti che hanno interessato "l'ora di religione". Proviamo a ripercorrerli brevemente e a cercare di capire cos'è successo e quali opinioni sono emerse.

    17 luglio 2009.
    Fino a questo giorno, seguire l'ora di religione cattolica (per uno studente delle scuole superiori) equivaleva a partire con un numero maggiore di crediti formativi rispetto ai propri compagni che non effettuavano questa scelta, ed inoltre gli insegnanti di religione avevano diritto di partecipare "a pieno titolo" agli scrutini finali degli alunni.
    In questa data, il Tar del Lazio ha accolto due ricorsi che vanno a modificare proprio questi punti, in modo da ridimensionare la figura della religione cattolica nella scuola italiana.
    Il Tar giustifica questa scelta affermando che
    "l’attribuzione di un credito formativo ad una scelta di carattere religioso degli studenti e dei loro genitori, quale quella di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, dà luogo ad una precisa forma di discriminazione, dato che lo Stato Italiano non assicura identicamente la possibilità per tutti i cittadini di conseguire un credito formativo nelle proprie confessioni ovvero per chi dichiara di non professare alcuna religione in Etica Morale Pubblica"
    I ricorsi (effettuati da studenti/esse sotto l'aiuto di varie associazioni di libero pensiero) sono stati accolti inquanto (sempre parole del Tar) in essi scorge la richiesta
    “di tutela di valori di carattere morale, spirituale e/o confessionale che […] sono tutelati direttamente dalla Costituzione e che quindi come tali non possono restare estranei all’alveo della tutela del giudice amministrativo”
    Diciamo che quindi c'è stato un bel passo avanti, infatti
    Il TAR, dopo aver ricordato il principio della laicità dello Stato, enunciato dalla Corte Costituzionale come “garanzia dello Stato per la salvaguardia della libertà religiosa, in regime di pluralismo confessionale e culturale (C. Cost. n.203/89), ha precisato che “sul piano giuridico, un insegnamento di carattere etico e religioso, strettamente attinente alla fede individuale, non può assolutamente essere oggetto di una valutazione sul piano del profitto scolastico”, la scelta di avvalersi o meno dell’insegnamento dell’insegnamento della religione cattolica deve essere assolutamente libera e in nessun modo condizionata. “In una società democratica” ha affermato il TAR, “certamente può essere considerata una violazione del principio del pluralismo il collegamento dell’insegnamento della religione con consistenti vantaggi sul piano del profitto scolastico e quindi con un’implicita promessa di vantaggi didattici, professionali ed in definitiva materiali”.
    fonte UAAR
    La democrazia non piace a tutti.
    Adesso dobbiamo guardare le cose da un altro punto di vista. Sebbene la sentenza abbia rafforzato il principio di eguaglianza tra le persone (indipendentemente dalla loro confessione religiosa), c'è chi, dall'altro fronte, accusa un duro colpo al suo monopolio di indottrinamento (religioso) infantile.
    Così, cominciano le polemiche contro la sentenza, fatte da sedicenti giornalisi/politici/filosofi/teologi, che condannano "la rottura dalle nostre radici" o "la perdita dell'educazione ai valori morali".
    Ed infatti, pochi giorni dopo, possiamo sentire su Radio Vaticana gli attacchi di monsignor Diego Coletti (presidente della Commissione episcopale per l’educazione cattolica), il quale afferma che
    l’insegnamento della religione cattolica non andrebbe “a sostenere scelte religiose individuali” ma sarebbe “una componente importante di conoscenza della cultura di questo Paese, con buona pace degli irriducibili laicisti e purtroppo […] anche dei nostri fratelli nella fede di altre confessioni cristiane”.
    Spiego il mio punto di vista: insegnare ai ragazzi che l'Italia è "sempre" (anzi ultimamente) stato un paese cattolico è storia ed è giusto che se ne parli; ma farli diventare cattolici (perchè io in tutta la mia carriera scolastica in quelle ore ho fatto catechismo, non storia delle religioni) solo perchè gli italiani lo sono sempre stato no!
    Il monsignore, intanto, continua:
    Coletti ritiene che tale sentenza sia discriminatoria per gli studenti cattolici e che la vera laicità ne risulterebbe danneggiata “perché per laicità si intende la giusta neutralità di una comunità civile che però dovrebbe essere preoccupata di valorizzare tutte le identità, ciascuna secondo il proprio peso e rilevanza culturale, presenti sul territorio”.
    Ahh! Ecco! La chiesta cattolica "è più grande" e quindi chissenefrega delle altre minoranze religiose/atee! Beh, come democrazia mi sembra proprio di essere ai massimi livelli, il pesce grosso mangia il pesce piccolo...

    Arrivano i politicanti.
    Ma non mancano, oltre chi del cattolicesimo ne fa un mestiere, le carissime lingue politiche sempre pronte a leccare le... guance vaticane; e così esponenti del PDL, del PD e dell’UDC sono intervenuti l'11 ed il 12 agosto a criticare la sentenza
    In particolare, l’ex ministro Beppe Fioroni (PD) ha chiesto su Repubblica al suo successore Mariastella Gelmini (PDL) di impugnare il pronunciamento del TAR davanti al Consiglio di Stato, cosa che fece già lui in un’analoga occasione nel 2007. Gelmini ha prontamente raccolto il doppio invito (del predecessore e della Conferenza Episcopale Italiana) e ha annunciato ufficialmente che il ministero ricorrerà al Consiglio di Stato contro un’ordinanza che “determina un ingiusto danno nei confronti di chi sceglie liberamente di seguire il corso”. La ministro ha anche annunciato l’intenzione di ”accrescere e valorizzare” il ruolo degli insegnanti di religione.
    fonte UAAR
    Ahh, cara Gelmini mi stai dando solo soddisfazioni quest'anno...
    Putroppo, la mia miopia intellettuale non mi permette di vedere il danno che viene perpetuato nei confronti di chi sceglie di seguire il corso di religione cattolica; anzi, mi sembra che la sentenza sani il danno preesistende nei confronti di coloro che non sceglievano di avvalersi della religione cattolica, i quali partivano svantaggiati (come punti di credito) rispetto ai compagni. Ma non è che chi crede viene considerato "superiore"?
    Inoltre, non vedo il motivo di valorizzare ed accrescere il ruolo degli insegnanti di religione, essendo questi insegnanti divenuti tali senza aver superato un concorso come gli altri, ed inoltre sono deliberatamente scelti dal vescovo...

    Il filosofo.
    Infine, sul Giornale possiamo leggere un articolo del "filosofo" Giovanni Reale in merito alla questione
    Secondo Reale sarebbe questa la materia “più impegnativa”, tanto che può “insegnare veramente religione solo colui che crede e conosce bene ciò in cui crede”. Il suo studio si renderebbe necessario in quanto esisterebbe “una nuova classe di analfabeti”: opinione giustificata citando un aneddoto su uno studente universitario che riteneva che Cristo fosse un autore Mondadori.
    fonte UAAR
    Lasciando perdere l'elevazione di un caso sporadico a prova dell'analfabetizzazione religiosa degli italiani, le parole che lasciano sconcertati sono queste
    l'insegnamento della religione cattolia è necessario anche "per chi non crede. Chi crede deve cercare di chiarire e di approfondire le motivazioni e i fondamenti delle proprie credenze. Chi non crede è giusto che si renda ben conto che cosa sia esattamente ciò in cui non crede e che respinge, e che quindi acquisti una visione critica del proprio non credere"
    Benissimo, peccato che come Raffaele Carcano ci ricorda "il filosofo non ha tuttavia precisato se ritenga necessario che per chi crede sia prevista un’ora di ateismo, affinché si renda ben conto che cosa sia esattamente ciò in cui crede e ciò che respinge, e che quindi acquisti una visione critica del proprio credere". Inoltre, mi sembra quantomeno doveroso che chi non crede (se è vero che deve conoscere bene il cattolicesimo per capire una delle religioni cui non crede) debba studiare anche tutte le altre di migliaia di religioni esistenti, per capire perchè non crede in queste; così come il cattolico deve studiare l'ateismo e le altre religioni esistenti, per capire fino in fondo perchè è cattolico.

    Purtroppo viviamo ancora in un regime politico di dittatura (e qui è colpa del cavaliere...) che cammina a braccetto con il cattolico vaticano... E se questo regime non cambia, ed il braccetto non si scioglie, finiremo per toccare il fondo (che, per la cronaca, non è poi così lontano).

    martedì 4 agosto 2009

    [Off-Topic] Sicurezza stradale


    La vita non vale un km/h in più, o una telefonata...

    venerdì 10 luglio 2009

    Perchè non uso Facebook


    A: "Hai facebook?"
    B: "No.."
    A: "Perchè?"
    B: "Non mi interessa.."
    A: "Ma come no! Lì puoi incontrare gente che non vedi da 20 anni!!"
    B: "E se non vedo un tizio da 20 anni un motivo ci sarà,no?"

    Dimostrazione | 2 = 0

    Grazie al mio amico Nik91 sono venuto a conoscenza di un altra (falsa)dimostrazione matematica fatta per stupire gli amici (stavolta il trucco è ben nascosto).

    Dimostreremo siori e siore che 2 = 0, basandoci sui numeri complessi .

    Dimostrazione.
    Sappiamo che, per definizione .
    Naturalmente per identità

    Ma allora










    Ovvero:


    Come volevasi dimostrare :)

    A voi scoprire l'errore!

    EDIT: C'era un errore nell'ordine dei passaggi, l'ho appena rettificato... Chiedo scusa a tutti i lettori

    500 Visite



    Grazie a tutti voi questo piccolo blog nato per divertimento e per amore per l'informazione è arrivato alla rispettabile soglia di 500 diverse visualizzazioni.


    I dati del blog allo stato attuale sono i seguenti:
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    Grazie a tutti!!!!

    giovedì 9 luglio 2009

    Radici cristiane nella costituzione


    Che di soggetti divertenti e clownistici in parlamento ce ne siano non è una novità, cominciano quasi ad essere simpatici e forse donano un pò di allegria al triste scenario politico italiano.

    Ma quando poi questi divertenti soggetti escono fuori dalla loro zona adibita allo spettacolo di sola presenza e cominciano a cercare di fare capolino con strane proposte, non li si può lasciare stare.

    L'ultima novità viene da Alessandra Mussolini, Antonio Pepe, Manuela di Centa e Renato Farina. Non contenti della 61enne immacolata Costituzione Italiana, hanno deciso di modificarne non una singola postilla di un remoto articolo dimenticato dal mondo, ma vogliono rivoluzionare addirittura il primo articolo della costituzione, quello che attualmente recita "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro."
    Secondo la modifica voluta il nuovo articolo dovrebbe vedere aggiungersi alla fine alcune parole, e recitare così

    “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro, e riconosce le radici cristiane come fondamento della civiltà italiana”.

    Diamo un altro calcio alla già precaria laicità dello stato italiano filo-vaticanista. Il disegno di legge è visibile a questo link.

    Capiamoci, io sono sempre stato una persona d'accordo con il giustissimo valore della libertà religiosa, ma questa è sinceramente troppo! Riconoscere che lo stato Italiano era (e sfortunatamente è) purtroppo legato allo stato pontificio ed ai suoi dogmi (per via dei simpaticoni che ci governano) e quanto più reale, ma ciò non abilita lo stesso a trasmutarsi in una nazione che riconosce quale fondamento della propria civiltà un dato credo religioso.

    Il primis perchè la popolazione italiana non ha bisogno di nessun precetto religioso che gli faccia da guida nè morale nè civile, ed in secondo luogo non tutti gli italiani sentono come fondamento del proprio essere la fede cristiana.

    L'Italia si muove verso la sua civilizzazione così come fa la gente alla processione del giovedì santo ad Ispica, un passo avanti e tre indietro.

    lunedì 29 giugno 2009

    Libero Arbitrio - Parte I

    Liberi o predestinati?
    Insita nell'uomo vi è la certezza della volontà di voler compiere le proprie scelte.
    Io adesso ho voluto aprire il mio editor di testo, ho voluto scrivere queste riflessioni e ho voluto pubblicarle, è una decisione mia presa per il puro volere di prenderla. Ma quanto si può essere sicuri che ciò che facciamo è davvero frutto di una astrazione mentale indipendente dal mondo esterno, dal nostro passato e dal nostro essere?

    Determinismo o libero arbitrio?. Il mondo vede contrapporsi due filoni di pensiero che prendono in esame i fattori (per chi suppone esistano) che determinano in ognuno le scelte quotidiane. Una prima corrente è il cosiddetto libero arbitrio, che presuppone l'inesistenza di tali fattori e implica il nulla quale scatenante di qualsivoglia comportamento o decisione (praticamente ciò che si fa è ciò che si vuole, e fare A invece di B è una scelta che non dipende da nulla). L'altro estremo è invece il determinismo, modellizzazione del comportamento umano che prevede la derivazione di qualsiasi decisione o atto intrapreso da cause ben precise, le quali cause, potendole ricreare in maniera precisa, produrrebbero in qualsiasi caso gli stessi effetti (decisioni); la mente è praticamente paragonata ad un computer.
    La prima ipotesi è quella più diffusa nell'immaginario collettivo, in quanto la natura ci ha donato di coscienza, destinando la nostra mente a convincersi dell'assoluta indipendenza delle nostre decisioni.
    Le neuroscienze stanno attualmente cercando di far luce in questa ancora oscura branca delle conoscenze mediche, ma i piccoli progressi hanno già sfatato l'ipotesi primaria, o per lo meno per come la conosciamo noi.

    Everybody is(n't) free. Sono stati condotti vari esperimenti volti alla comprensione dei fattori scatenanti una data scelta, esperimenti effettuati soprattutto grazie allo sviluppo della tecnologia della risonanza magnetica, la quale permette il monitoraggio (in tempo reale) delle aree celebrali attive.
    I primi studi in questo campo* arrivano nel 1965, quando il premio Nobel Benjamin Libet scopre che le aree cerebrali addette al movimento muscolare si attivano circa 3 decimi di secondo prima che la coscienza prende atto della volontà di muovere un dato muscolo. Questo importante risultato è il primo forte colpo per la teoria del libero arbitrio, dimostra infatti come una data decisione venga presa prima di essere coscienti di volerla prendere. Successivi studi non fanno che confermare questa ipotesi. Nel 2008, John-Dylan Haynes chiese a 14 volontari (mentre questi guardavano alcune lettere scorrere su uno schermo) di scegliere quale di due pulsanti premere, posizionati un primo vicino alla mano destra ed un secondo vicino alla sinistra, mentre le attività cerebrali venivano monitorate con la risonanza magnetica funzionale. I risultati furono strabilianti: si scoprì infatti che la corteccia prefrontale (area implicata nella progettazione) si attivava mediamente ben 7 secondi prima che i volontari si rendessero conto (consciamente) di voler premere un dato pulsante; e gli scenziati, grazie ai dati delle risonanze, erano capaci di predirre (con un attendibilità del 60%) quale bottone sarebbe stato premuto dal volontario in analisi. Colpo finale e mortale per il libero arbitrio.
    Le conclusioni dell'esperimento (e di molti altri effettuati successivamente) sono estremamente importanti e rivoluzionarie per il nostro modo di concepire la coscienza. Se ne deduce, infatti, che la coscienza non è l'organo preposto a prendere le decisioni, ma queste ultime vengono effettuate dal cervello inconsciamente, ed una volta pronte vengono "consegnate" alla coscienza che se ne appropria, convincendosi (quindi convincendoci) che sono frutto di una decisione consapevole e basata sul nulla.

    Dimmi da dove vieni e ti dirò chi sei. I figli dei mafiosi sono spesso mafiosi. I figli dei cristiani sono spesso cristiani. In generale, la vita di un individuo è comparabile (con buona approssimazione) con la vita della famiglia in cui è vissuto (o più propriamente, è grossolanamente prevedibile analizzandone le condizioni di vita infantili). Questo viene sperimentato quotidianamente, e non solo nell'uomo: anche nei topi. Moshe Szyf ha studiato il comportamento dei ratti in relazione alle cure materne ricevute: i topi che ricevevano molta cura da parte della madre diventavano da adulti siù sereni e sicuri, mentre quelli trascurati diventavano paurosi e insicuri. E non solo, chi non riceveva cure sufficienti dalla madre a sua volta diventava una madre che trascurava i propri figli, il quali trascuravano i propri figli ecc.
    Il comportamento, quindi, non è indipendente dalla propria infanzia, e c'è una motivazione ben precisa per questo**.
    Se ne deduce che le decisioni non sono prese indipendentemente dal contesto, ma dipendono in generale dalla persona e dal suo passato (con tutti i meccanismi mentali che quest'ultimo ha provocato), ed è quindi impossibile affermare che chiunque può prendere una data scelta in maniera indipendente.
    Esempio banale (un pò Freudiano, ma aiuta a capire): io da piccolo ho sofferto per un mal di pancia dovuto ai peperoni, la mia mente crea (quindi) degli schemi mentali atti a prevenire questo mal di pancia; se io ed un altra persona dobbiamo comprare dei peperoni, partiremo dalle stesse basi mentali nel compiere questa scelta? Inoltre se il libero arbitrio, e quindi l'indipendenza di scelta dal contesto, esistesse dovremmo compiere tutti le stesse scelte! Infatti, il libero arbitrio elimina i fattori che ci rendono differenti ponendoci tutti sullo stesso piano di scelta, quindi ognuno dovrebbe fare sempre la stessa scelta (la più conveniente) in quanto esiste l'istinto di autoconservazione. Direte, ma magari ognuno ha un istinto di autoconservazione diverso, ma allora non saremmo tutti sullo stesso piano quando dobbiamo compiere la stessa scelta, quindi non sarebbe libero arbitrio! Ergo, il libero arbitrio non esiste.


    E' interessante valutare le ripercussioni sulle responsabilità delle proprie azioni, nonchè sulle concezioni religiose, cui porta l'inesistenza del libero arbitrio. Questi interrogativi verranno analizzati nella seconda parte


    *Fonte Focus N°201
    **L'ippocampo è la regione del cervello predisposta allo stress. Normalmente, in quest'area, vi sono dei recettori proteici dell'ormone dello stress che permettono un comportamento adeguato in risposta a questo ormone, e ne smorzano la produzione. Nei ratti trascurati tali serrature erano poche ed inefficienti, e di conseguenza imponevano all'individuo una risposta comportamentale inadeguata in situazioni di stress, ed inoltre non bloccavano la produzione dell'ormone, creando nel soggetto una situazione di ansia perpetua. Le esperienze di vita infantili, quindi, sono responsabili del comportamento da adulti in quanto modificano l'espressione genica (fenotipo) dell'individuo.

    martedì 23 giugno 2009

    Puttanopoli's President

    Posto un video che riassume le varie vicende scandalose (raccontate a commentate dal giornalista Marco Travaglio) che hanno coinvolto il presidente Berlusconi.

    ...Sono cose che già si dovrebbero sapere, ma credo che non faccia mai male insistere a documentare dello scempio e della grande disgrazia che incombe sull'Italia, vittima di un vero e proprio regime.

    Spero, come sempre, che un giorno tutti aprano gli occhi e si rendano conto della grande "prigione" che ci stanno costruendo intorno!
    Italiani, svegliamoci!! Ma soprattutto,
    Ribelliamoci!


    lunedì 22 giugno 2009

    Libertà di informazione in Italia

    Il Tg1 di Minzolini ha evitato di collegare Berlusconi alla D'Addario
    Solo "feste a Palazzo Grazioli", aggiungendo: "Potrebbe trattarsi di millanterie"
    di SEBASTIANO MESSINA

    È davvero possibile insabbiare uno scandalo che domina le prime pagine dei quotidiani nazionali, è al centro di un'inchiesta giudiziaria ed è finito immediatamente nei titoli della stampa internazionale? Sì, è possibile. In questa Italia dove il presidente del Consiglio ha anche l'ultima parola sulle nomine dei direttori di cinque dei sei maggiori telegiornali, ormai non c'è più bisogno di contestare i fatti, i sospetti e le accuse: basta nasconderli, e oplà, la notizia non c'è più.

    Quei quindici milioni di italiani che ogni sera si affidano ai telegiornali per sapere quello che è successo in Italia e nel mondo, quell'80 per cento di telespettatori che non leggono i giornali - dunque non leggeranno neanche questo articolo - e hanno la tv come unica fonte d'informazione, non hanno la più pallida idea di quello che è successo la settimana scorsa.

    Già, cos'è successo? Proviamo a mettere in ordine i fatti, e confrontiamoli con quello che il Tg1 e il Tg5 hanno riferito ai loro fiduciosi telespettatori.
    Mercoledì 17. Il "Corriere della Sera" pubblica in prima pagina un'intervista a una signora di Bari, Patrizia D'Addario, che racconta di essere stata pagata 2000 euro per partecipare a due feste a Palazzo Grazioli (residenza romana di Silvio Berlusconi), e dichiara di avere le prove di aver passato una notte in compagnia del presidente del Consiglio. E poiché chi l'ha pagata è un imprenditore della sanità, oggetto a Bari di un'inchiesta per presunte tangenti, il magistrato ipotizza un reato preciso: "induzione alla prostituzione". Su Berlusconi, dunque, aleggia il bruciante sospetto di essersi intrattenuto con una donna pagata per fare sesso con lui.


    All'ora di pranzo, accendiamo il televisore. Il Tg5 delle 13, riferendo di "presunte irregolarità negli appalti della sanità privata", dà la notizia con queste parole: "Uno degli imprenditori si vantava di essere stato invitato a partecipare con delle ragazze a feste a Palazzo Grazioli". E vabbè, pensa il telespettatore, che male c'è a vantarsene? Dopodiché il cronista riferisce di "indagini per induzione alla prostituzione", ma evita accuratamente di dire chi avrebbe indotto chi, e soprattutto con chi la donna sarebbe stata indotta a prostituirsi. Mezz'ora dopo, il Tg1 entra in argomento con le parole di Berlusconi, che un conduttore compunto scandisce con tono severo: "Ancora una volta si riempiono i giornali di spazzatura e di falsità". E mentre uno si domanda di cosa stia parlando, il conduttore precisa: "Si parla di feste con la partecipazione di alcune ragazze". Tutto qui? Sì, tutto qui.

    Il telespettatore non capisce come mai Berlusconi sia così infuriato, ma aspetta l'ora di cena per saperne di più. Attesa vana, perché i due telegiornali ripetono le formule criptiche dell'ora di pranzo: "Si parla di feste...". Il Tg1, preoccupato di aver detto già troppo, aggiunge premuroso: "Tutto da verificare: potrebbe trattarsi di millanterie o altro". Dopodiché entrambi i tg rivelano che la faccenda ha un risvolto politico. Che non riguarda però il premier, ma D'Alema: colpevole di aver ipotizzato "una scossa" capace di destabilizzare il governo. Invece di spiegarci il nuovo "caso Berlusconi", dunque, entrambi apparecchiano un inesistente "caso D'Alema" sul quale concentrano la dose quotidiana di dichiarazioni in politichese stretto.

    Giovedì 18 i magistrati di Bari interrogano cinque ragazze, i giornali inglesi titolano sulle "donne pagate alle feste di Berlusconi", ma il Tg1 delle 20 riesce a confondere ancora di più le idee al suo pubblico, spiegando che si indaga "sul presunto ingaggio di ragazze per avvicinare i potenti". Quali ragazze, e soprattutto quali potenti, non si sa. Il Tg5 della sera, invece, fa finalmente il nome di Patrizia D'Addario, e anche quello dell'imprenditore coinvolto, Gianpaolo Tarantini, spiegando che quest'ultimo potrebbe aver "tentato di ingraziarsi persone influenti". Il telespettatore immagina che queste "persone influenti" siano gli stessi "potenti" evocati dal Tg1, ma non gli viene dato neanche un indizio per capire chi siano.

    Venerdì 19 Gianpaolo Tarantini - l'imprenditore indagato per "induzione alla prostituzione" - dà all'Ansa la sua versione dei fatti, l'opposizione chiede al premier di riferire in Parlamento e il quotidiano dei vescovi, "Avvenire", lo invita apertamente a discolparsi: "Occorre un chiarimento con l'opinione pubblica". Le notizie non mancano, ma il Tg1 di Minzolini comincia con un Berlusconi furioso: "Le trame giudiziarie e gli attacchi mediatici non mi butteranno giù!". Il nostro telespettatore è sempre più curioso di capire cosa diavolo stia succedendo, ma deve accontentarsi di quello che gli passa il convento di Mimun, ovvero il Tg5 delle 20: "Il premier ha commentato così le voci che per vari rivoli sono emerse in questi giorni". Quali voci? E dove sono emerse? Certo non al Tg5 (e neppure al Tg1).

    Sabato 20 una delle ragazze coinvolte, Barbara Montereale, racconta a "Repubblica" cosa accadeva nelle feste di Palazzo Grazioli ("Tutte lo chiamavano papi"), mentre si apprende che dalle registrazioni consegnate da Patrizia D'Addario ai magistrati si sentirebbe la voce di Berlusconi che dice: "Vai ad aspettarmi nel letto grande". Con questi tasselli il puzzle è quasi completo, e infatti l'indomani i giornali stranieri racconteranno la storia con dovizia di particolari. Per il Tg1 e il Tg5, invece, il caso è chiuso. Non un titolo, non un servizio, non una parola. Una pietra tombale ha seppellito l'inchiesta di Bari, i sospetti dei magistrati, l'imbarazzo del premier e le domande dell'opposizione.

    Cosa sia successo nelle misteriosissime feste di Palazzo Grazioli, il telespettatore italiano non è riuscito a saperlo. E forse non lo saprà mai, se aspetterà che glielo rivelino i tg di Berlusconia.

    (22 giugno 2009)


    E tra poco ci leveranno anche internet... bella fine mia cara Italia...

    Fonte: http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-9/silenzio-telegiornali/silenzio-telegiornali.html

    domenica 21 giugno 2009

    Delirio informatico-religioso

    Originariamente postato su focus.it

    A:

    Esistono dei software freeware che si presentano come antivirus o simili. In realtà, essi contengono dei malware. La soluzione al problema presentata è semplice: acquistare la versione a pagamento dell'antivirus per rimuovere il software maligno. Si tratta, evidentemente, di una truffa, una forma di pirateria informatica.


    Vedo un'interessante analogia con le religioni. Vengono presentate come strumento d'amore, poi, però, mettono in testa l'idea che c'è la necessità di essere salvati, anche se si è in perfetta salute. Successivamente, esse presentano la soluzione: soltanto con l'insegnamento di quella religione e con l'adesione ad essa (che comporta un pagamento, che consiste nella rinuncia a determinati piaceri e/o nel finanziamento della confessione religiosa stessa) si potrà raggiungere la salvezza. A me sembra una sorta di pirateria spirituale.

    B:
    Ma noi combatteremo con le armi dell'Open Surce!
    Passando a piattaforme alternative e più stabili, come la razionalità.
    Completamente gratuita, sviluppata dagli uomini di tutto il mondo (in effetti il sapere si può vedere come un immenso progettoi open surce), di facile utilizzo e soprattutto inattaccabile da qualsivoglia imposto fideismo.
    A tutti quelli che vogliono liberale la mente (kn = kilo neuroni):

    $ sudo apt-get install kill_religion
    Inserire password cerebrale: ******
    Lettura dei libri in corso 0%:================>100%
    I seguenti pacchetti verranno insegnati:
    ragione
    cultura
    scienza
    evoluzionismo
    libertà intellettuale
    Ratzi_killer
    Occuperanno circa 45631742 kn, desideri continuare [y/n]: y
    Lettura dei pacchetti in corso.......... fatto
    Insegnamento dei pacchetti in corso..... fatto
    Distruzione fideismi rimasti............ fatto
    Attendere mentre sbattezzo il sistema... fatto
    Il pacchetto Religion è stato eliminato!

    giovedì 18 giugno 2009

    Atei, state cippirimerlando troppo!

    Come le news dell'UAAR ci informano:


    Il quotidiano Libero ha pubblicato oggi un articolo di Luigi Santambrogio, dal titolo Che noia questi atei, sempre a parlare di Dio. Il pezzo ha goduto di un lancio in prima pagina ed è stato parzialmente riprodotto sul sito di Libero. Il testo, che contiene diverse imprecisioni, critica duramente le “strambe” iniziative dell’UAAR, il cui scopo sarebbe “puramente provocatorio e dimostrativo”, soffermandosi in particolare sullo sbattezzo. L’associazione viene accusata di tentare di “cippirimerlare il popolo italiano” e di mettere in circolazione “balle agnostiche”.


    Inoltre ho trovato un sito che probabilmente riporta l'articolo completo, che propongo condendolo di qualche commentino personale


    «Gli atei annoiano perché parlano sempre di Dio», scriveva il Nobel Heinrich Böll. E come dargli torto? Se togliamo la gran massa degli atei praticanti ma non militanti, quelli cioè che se ne infischiano con allegria del verbo di Papa e vescovi (in Italia son più numerosi dei cattolici) il piccolo resto stravede per le strambe iniziative di sbattezzo e dell’Occhiopermille (campagna contro i fondi alla Chiesa) dell’Uaar, l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti. Quella, per intenderci, che ha inventato gli “ateobus” a Genova e in altre città [lascando perdere che gli ateobus sono stati "inventati" a Londra, mi piace l'utilizzo della parola "strambe" da parte di un giornalista che dovrebbe soltanto riportare fatti senza opinioni oggettive. Aspettate... Ho già detto che si tratta di Libero?].

    Campagna per lo più parolaia e mediatica dato che di pullman reclamizzanti le bellezze della vita senza Dio se ne sono visti pochini in giro [Eh già... non sono mica stati "boicottati", è stato così semplice far girare quei pochi che sono girati...]. Ma, come spesso accade nelle iniziative dell’associazione, lo scopo è puramente provocatorio e dimostrativo [LOL]: l’importante è che i giornali se ne occupino, che gli uomini di Chiesa, tirati in ballo anche piuttosto beffardamente, rispondano e replichino, offrendo così altro combustibile alla polemica di carta [ma riLOL!!].

    Il gruppetto [4 amici... com è bello saper usare le parole in maniera dispregiativa...] ha un sito internet in cui canta le lodi dell’essere senzadio e aggiorna le conquiste di nuovi affiliati allo sbattezzo (i dati li trovate nell’articolo sotto). E pubblica una rivista bimestrale dove il direttore, Maria Turchetti, si rivolge nell’editoriale ai lettori con: «Cari animaletti…». L’ultimo numero è infatti tutto dedicato a contestare la tesi che ci sia differenza tra uomo e animale, idea che, ammette la direttora, «non è del tutto riconducibile a tradizioni religiose». Oddio, anzi, noddio: qualche lettore s’è pure stufato di sentirsi apostrofare con quel saluto animalesco: cari babbuini e care scimmiette, tanto da costringere la rivista a lanciare un referendum. La Turchetti informa che l’elaborazione dei dati è in corso, però non trattiene il suo caustico disappunto. «Vi offendereste», scrive nell’editoriale, «anche se vi chiamassi trottolini o puci pucci? O v’infastidisce il fatto che vi dia degli animali? In quest’ultimo caso, cari lettori, L’Ateo non fa per voi». Tosta, eh, la direttora [qui mi verrebbe da fare un imprecazione poco educata].

    Di più e diverse sono le campagne che l’associazione offre a raffica ai suoi militanti, alcune dai titoli accattivanti e divertenti. Come Occhiopermille, Nessun Dogma, o il nostalgico e un po’ polveroso Darwin day

    Ma è nell’iniziativa dello sbattezzo che l’Uaar s’è conquistata la prima fila nell’esercito anticlericale e no Vatican, sempre pronto ad attribuire a vescovi e Papa tutte le colpe dell’italico declino[Ragazzi parliamo di Libero eh... "libero"... che abuso di termini]. Non è che l’iniziativa per lavare via il sigillo del battesimo abbia ottenuto chissà quale successo di popolo: gli sbattezzati in tutta Italia superano a malapena le mille unità (1032 per l’esattezza, secondo l’ultimo provvisorio censimento)[davvero? e come fa a saperlo visto che lo sbattezzo è un iniziativa privata? abbiamo di fronte "johnny, è quasi magia!". O magari parla degli sbattezzati del 25ottobbre durante la giornata nazionale per lo sbattezzo? Ma riportare i fatti correttamente no?], una goccia di effervescente veleno nel mare tranquillo e terso (in superficie) del “siamo tutti cattolici”, almeno per l’anagrafe del municipio e l’archivio dei registri parrocchiali.

    Tuttavia, i pochi che hanno iniziato e caparbiamente portato a termine le pratiche (c’è un apposito modulo da scaricare e consegnare al parroco) dello sbattezzo, sono certamente coraggiosi e anche piuttosto rumorosi. Atei militanti, zeloti della causa dello sconsacro e del rewind agnostico, crociati dell’ossimoro per una nuova Gerusalemme senza croci[è bello chiamarci crociati, ha un che di ipocrita...]. Basta navigare e surfare sui siti consigliati dalla casa madre per rendersene conto: si va dallo sberleffo e ai motteggi sarcastici che ricordano le sofisticate gentilezze volterriane, all’insulto truce e volgare contro i “corvi neri” della Cei.

    Nella classifica delle città religiosamente desbattezzate, in cima c’è la cofferatiana Bologna con 300 cancellazioni dai sacri registri, tallonata da una sorprendente Milano che mette a segno quasi 200 sbattezzi. E promette il sorpasso entro l’anno (liturgico) in corso[sti dati naturalmente li sa solo lui].

    Nelle note lasciate sui siti dai restituiti al libero arbitrio, non ci sono drammi di coscienza né notti insonni e sudate, alla maniera dell’Innominato. C’è gioco, provocazione anticlericale pure e competizione militante tra i diversi circoli territoriali a conquistare nuovi proseliti.

    All’Uaar dicono che l’impennata degli sbattezzi si è registrata dopo il caso Englaro: una rivolta di ingenue coscienze di fronte alla posizione arcigna delle gerarchie cattoliche. Balle agnostiche, propaganda di cattiva qualità: sotto c’è un piano politico che è spontaneo quanto una campagna elettorale. Trovatene un’altra, questa è davvero indigeribile. Via, cari atei razionalisti di poche speranze e tanta (mala)fede[a quanti LOL sono??], mica potete cippirimerlare il popolo italiano in questo modo[W l'italiano!]. Sanno tutti che a dare una mano (e tante pagine di giornali) a papà Beppino c’era lo staff di medici e volontari radicali [eh e per papà silvio ci sono giornali interi...]Che il signor Englaro è da mesi in tournée effettiva e permanente a favore della “dolce morte” (altrui) in scuole, circoli privati e pubbliche associazioni.

    Ma quale rivolta morale? Qui signori agnostici e miscredenti vi state approfittando della buona fede del pueblo italico[mica ne approfittano le gerarchie cattoliche? nono lo facciamo noi "miscredenti"]. Che farebbe invece bene a meditare sulle fregnacce da best seller del Gran Maestro della comitiva: quel Giorgio Odifreddi che considera i cattolici geneticamente cretini. Prova del nove che Dostoevskij aveva ragione: togliete di mezzo Dio e tutto sarà possibile. Compreso il fatto che Odifreddi abbia una rubrica fissa su L’Espresso. Massì, gli atei annoiano: sempre lì a sparlare di Dio per vendere meglio le loro mercanzie nel tempio.


    Commento? Che faccio commento? no non voglio diventare volgare, commentate voi...

    mercoledì 17 giugno 2009

    Una certa rappresentazione dell’ateismo e degli atei nei testi scolastici di religione

    Un gruppo di soci milanesi dell’UAAR si è recentemente chiesto se alcuni passi di un testo di religione per le scuole medie statali non possano essere ritenuti diffamatori nei confronti degli atei, più o meno allo stesso modo di come gli slogan sull’inesistenza di dio, esibiti sugli autobus, lo sarebbero stati per i credenti. Partendo da una mia personale risposta a questo quesito, ho ritenuto opportuno ampliarne il campo di applicazione.

    Il volume in questione è “Beati voi” di Giampiero Margaria (Marietti, Torino, 20o4), che gode dell’Imprimatur della Conferenza Episcopale Italiana, a firma del cardinale Camillo Ruini.
    Le pagine che ci interessano (e le uniche che prendo in considerazione) sono la 34 e 35, facenti parte della “Seconda unità didattica”, intitolata “Ateismo, magia e superstizione”.


    Partiamo dalla definizione di ateismo nel testo in questione:

    “è la negazione dell’esistenza di Dio”.

    Si poteva anche scrivere che l’ateismo “è l’affermazione dell’inesistenza di dio”. Ma così non intende l’autore (che segue le indicazioni della CEI ed una consolidata tradizione), abituata a termini che inequivocabilmente spingono verso un giudizio di merito, contrapponendo ‘esistenza’ (concetto ‘positivo’) e negazione (concetto ‘negativo’). Ma negare l’esistenza di qualcosa è atteggiamento erroneo? La scienza moderna nega l’esistenza dell’etere, a cui in tanti prima credevano: dobbiamo darne una colpa alla scienza o prendere atto del miglioramento delle conoscenze grazie alle quali oggi sappiamo proprio che l’etere non esiste?
    L’ateismo è introdotto anche in questo modo:

    “Molte persone al mondo non hanno fede in Dio. Alcuni non si pongono neppure le domande sui ‘perché’ primi ed ultimi. Altri se le pongono ma non credono che la risposta sia Dio.”

    Ma qui intenzionalmente si equivoca. I cattolici ritengono infatti che esista un solo dio, il loro, ovvero quello che avrebbe parlato attraverso la Bibbia. A questo dio non credono non solo gli atei, ma neanche tutti i credenti di altre religioni (a cui gli atei e gli agnostici andrebbero accomunati) per i quali egualmente la Bibbia non è stata ispirata da dio. Ritenere che ‘esista un dio’ (qualunque significato abbia questo termine) ed ‘avere fede’ nel dio della Bibbia sono in ogni caso due atteggiamenti diversi, cosa che qui non viene evidenziata.
    Il primo paragrafo di questa unità didattica, intitolato “Il tramonto delle fedi e delle religioni”, si rivolge subito, palesemente, ad un presunto o potenziale credente:

    “Forse conoscerai direttamente persone che non vogliono credere in nessun Dio, che non desiderano praticare nessuna religione. Comunemente esse vengono denominate atee.”

    C’è ovviamente una certa differenza fra “non credere” e “non voler credere”. Quando io dico “non voglio giocare a calcio” esprimo una scelta, che posso anche rendere con “non gioco mai a calcio”. Non è lo stesso quando dico “non voglio mangiare”, che non può essere paragonato a “non mangio mai”. Dov’è la differenza? Nel fatto che mangiare è necessario alla vita, e nessuno può “non mangiare”, a scapito della sua vita; mentre si può non giocare a calcio e preferire ascoltare un disco; si tratta infatti di una scelta in un certo senso ‘indifferente’. Riguardo al ’credere’, per i cattolici, la scelta invece non è per nulla ‘indifferente’, in quanto per loro ‘credere in dio’ è la normalità, ‘non credere’ una anomalia. Così l’autore del testo intende lo comprendano gli studenti, sprovvisti di mezzi critici adeguati.

    “L’ateismo è un fenomeno praticamente sconosciuto nel mondo antico. L’uomo ha attraversato epoche in cui ogni aspetto della vita individuale e sociale era profondamente influenzato dalla religione (pensiamo al medioevo) …”

    Con buona pace degli ignari studenti (che si avvicineranno alla storia della filosofia solo fra qualche anno) il mondo antico ha invece conosciuto ampiamente l’ateismo; ed in ogni caso la religione (o le religioni) degli antichi (il ‘paganesimo’, così tanto stigmatizzato dal cristianesimo) era tutt’altra cosa della religione dei moderni, legata ancor più di questa innanzitutto ad una mancata conoscenza dei meccanismi della natura che ci circonda ed ingloba. Ed il riferimento al medioevo appare quanto mai penoso, se pensiamo a come questo periodo abbia rappresentato forse il momento peggiore della civiltà occidentale degli ultimi venticinque secoli. In quanto all’atteggiamento verso ciò ‘che tutti hanno sempre creduto’, teniamo ben presente che l’astrologia è stata ritenuta valida per molti più secoli e da molti più popoli che non i dogmi cristiani, per essere poi superata dalle conoscenze scientifiche.

    “Con le rapide evoluzioni della scienza si afferma l’idea della inutilità di Dio; sembrano sufficienti la ragione, la scienza, lo sviluppo tecnologico, attraverso cui l’uomo riesce a raggiungere traguardi ambiziosi, a fare moltissime scoperte, a sconfiggere le malattie: i confini della ragione appaiono infiniti.”

    Anche qui la scelta dei termini è sottilmente fuorviante: anziché parlare di ‘inesistenza di dio’ si fa riferimento alla ‘inutilità’ di dio. Così si mette in risalto ancora una volta la superbia del rifiuto (da sempre giudicato peccaminoso) di riconoscere un dio che invece, a parere dei credenti, esiste con assoluta certezza.
    Per inciso, viene comunque riconosciuto che la ragione sconfigge le malattie, mentre da sempre si è sostenuto dai credenti che invece è dio a guarire.

    “Altre persone arrivano alla negazione di Dio perché nel mondo esiste il male, capitano cose orrende: catastrofi, guerre, genocidi, olocausti. Essi sostengono che se esiste il male, non può esistere un Dio onnipotente, a meno che si voglia credere in un Dio crudele. Queste persone arrivano a pensare che non ci sia un vero senso da dare alla vita, che basti vivere alla giornata, senza porsi problemi a lungo termine che non hanno soluzione. Serpeggia in queste posizioni, un senso di impotenza, quasi di disperazione.”

    Ovviamente una gran parte degli atei non si riconosce in questa descrizione, e ritiene che la vita vada vissuta per come è. Questi atei non somigliano per nulla al ritratto disperato che ne hanno fatto per secoli i predicatori; non si avvicinano alla morte con maggiore o diversa angoscia rispetto ai credenti.
    In quanto al vivere alla giornata, proprio nei Vangeli si trova elogiato come virtù il vivere alla giornata, senza preoccuparsi di tessere gli abiti o di procurarsi il cibo, senza porsi problemi terreni a lungo termine. La sola fede in un aldilà sarebbe sufficiente a nobilitare questo atteggiamento ideale che la maggior parte dei credenti di tutti i tempi (clero incluso, ed anzi soprattutto il clero) non ha comunque seguito, impegnato com’era ad assicurarsi benessere e piaceri terreni.
    L’autore del volume lascia quindi spazio ad una citazione illustre:

    “Ti proponiamo qui di seguito la riflessione di Indro Montanelli (1909-2001), grande giornalista italiano, che in un articolo del “Corriere della Sera” del 28 febbraio 1996 scrisse: Io ho sempre sentito la mancanza di fede, e la sento, come una profonda ingiustizia che toglie alla mia vita, ora che sono al rendiconto finale, ogni senso. Se è per chiudere gli occhi senza aver saputo da dove vengo, dove vado e cosa sono venuto a fare qui, tanto valeva non aprirli. La mia è soltanto una dichiarazione di fallimento. […] Io non mi considero affatto ateo e non capisco come si possa esserlo. La nostra vita, il mondo, il creato, l’esistente devono pure avere un perché che la mia mente e la ragione non riescono a spiegarmi. Ed è là dove la mente e la ragione finiscono, e purtroppo finiscono presto, che per me comincia il grande Mistero di Dio.”

    Si tratta ovviamente di un intervento scorretto, tipico dell’apologetica, che ritiene di esibire quale prova tutte le testimonianze favorevoli, ignorando le contrarie; intervento che comunque non aggiunge nulla di probante, in quanto Montanelli non sostiene per nulla di credere nel dio dei cristiani, ma solo di ‘non sapere’; che è più o meno quanto sostiene la scienza atea, perfettamente conscia dei suoi limiti ma non per questo disposta a cedere alla credenza religiosa ed all’irrazionale.
    Ma andiamo avanti:

    “La categoria delle persone che non si pongono seri interrogativi è purtroppo in espansione. Per queste persone è sufficiente vivere alla giornata; per loro lo scopo della vita diventa il piacere ricavato dalle cose che si consumano il più in fretta possibile: è importante cambiare modello di auto, di vestito, di computer, di cellulare, ecc…”.

    Qui occorre correggere una falsità: il numero di persone che si pongono ‘seri interrogativi’ è da secoli sicuramente in aumento; ed anzi il mondo moderno è nato proprio con gli interrogativi che scuotevano una religione cristallizzata in formula accademiche e di comodo. Nel medioevo cristiano la gente comune non si chiedeva affatto il perché delle cose; piuttosto aveva terrore delle cose ed accettava supinamente le idee dei religiosi, anche contro l’evidenza. Recitare preghiere e fare penitenze dava solo apparentemente un senso alla vita, ma soprattutto rassicurava, esorcizzava la miseria e le paure quotidiane. Le persone colte avevano sì il desiderio di capire, ma lo facevano secondo lo stile dell’epoca, ragionando sui libri sacri. Oggi lo si fa invece ragionando sulla natura, secondo i metodi della scienza empirica; che ha sostituito la religione, quanto la religione cristiana aveva sostituto le idee degli antichi.
    Nessuno sicuramente è in grado di dimostrare che oggi i non credenti cerchino i piaceri o consumino più dei non credenti. Ad uno sguardo d’insieme sulla nostra civiltà, sembra invece del tutto evidente il contrario, dato che è proprio nell’occidente cristiano che furoreggia da secoli la cultura del consumo, dello sfruttamento della natura, e dell’edonismo.

    “Si rifugge dalle grandi verità per ancorarsi a piccole cose, a piccoli piaceri quotidiani. Ne deriva la banalizzazione radicale della vita, ne derivano anche la più radicale solitudine, l’incapacità della comunicazione profonda, la quasi totale indifferenza verso tutti e verso ogni cosa che accade. La guerra, la fame nel mondo, addirittura la malattia di una persona cara causano, al massimo, emozioni passeggere che svaniscono all’insorgere di nuovi desideri. La vita deve andare avanti, non ci si può attardare, non si deve soffrire. E ‘l’idea di Dio’? E’ un pensiero pericoloso, che potrebbe spingere a revisioni di vita… troppo faticose.”

    I più accorti noteranno che questi atteggiamenti sono stati pervasivi anche della migliore tradizione cristiana. La guerra non è mai stata un problema nel mondo cristiano, sia che contrapponesse le potenze cattoliche, sia condotta contro infedeli ed eretici. La fame è stata sempre ritenuta una conseguenza del peccato originale, una punizione divina, un mezzo per redimersi, una necessaria ineguaglianza sociale; la carità verso i bisognosi non si è mai trasformata in lotta alla povertà, magari con la restituzione dei beni sottratti o negati alle classi sociali svantaggiate. La malattia e la morte di persone care si è sempre insegnato ad accettarle come accidenti della vita meno importanti degli interessi per l’aldilà.

    Poniamoci ora dal punto vista del giovanissimo studente, prendendo atto del fatto che queste pagine non gli dicono molte cose e non l’aiutano nella sua comprensione critica.
    Innanzitutto egli non sa che quella che sta leggendo e studiando non è una materia come tutte le altre, ma solo il resoconto di una idea (fra le tante) del mondo, posseduta da una categoria a parte di insegnanti, che cercano di indurlo a credere nella ‘verità’ ed autorevolezza di quello che gli propongono. Una materia solo apparentemente ‘ovvia’ e ‘neutrale’, come lo sono la matematica o la fisica, che si studiano senza porre in dubbio ciò che viene insegnato e senza che alla base esistano fra gli studiosi, ameno per quanto giunge al profano, punti di vista contrapposti. Allo studente non si insegna ad affrontare in modo critico, ma soprattutto comparativamente (con le altre) la religione cattolica. Gli si vuole di fatto ‘insegnare’ la religione, nello stretto significato del termine, come dato di fatto, come si insegna a scrivere o a far di conto.
    A differenza del passato, quando il vivere civile occidentale era modulato nelle forme e scandito nei ritmi dalla religione, si era in un certo senso ‘naturalmente’ religiosi, e l’adattamento alla religione era parte dell’integrazione sociale. Ora non più. Ogni giovane studente è di fatto, realisticamente, un ‘ateo pratico’, che nega nella maggior parte dei suoi atti quotidiani ciò che un tempo la religione predicava: sobrietà, ossequio ai precetti morali della catechesi, sguardo rivolto all’aldilà più che all’aldiquà; un giovane immerso in quell’ateismo che il testo catechetico demonizza. Eppure si pretende di indurlo a porsi un problema di ‘senso’ che gli è ovviamente estraneo. Un tempo questo genere di educazione religiosa provocava soprattutto angosce (ad esempio, per l’inferno) e sensi di colpa (ad esempio, nel campo della sessualità), che oggi non riesce più a suscitare. Così la catechesi scolastica ripiega sulla solidarietà e sull’umanitarismo, divenuti argomento di facciata della religione; lasciando in seconda linea i temi fondamentali della fede, cioè le ragioni del soprannaturale.
    Tutto, in questi recenti volumi di catechesi, è stato in effetti adeguato alla rappresentazione moderna del mondo, affinché il nuovo, demonizzato solo fino ad un certo punto, consenta al vecchio di sopravvivere in qualche modo. Le ragioni di oggi (ad esempio l’opposizione alla pena di morte ed alla schiavitù, la condanna dell’antisemitismo e dell’islamismo), sono esposte in modo tale da nascondere le posizioni antitetiche di sempre, rigettate solo dopo la lotta perduta contro l’illuminismo.
    I conflitti passati, della chiesa contro la civiltà, e all’interno della chiesa stessa, svaniscono dunque nell’abbraccio con ciò che un tempo si osteggiava, ma senza accennare al come ed al perché di questo mutamento.

    Qualcuno si sarà a questo punto domandato se il testo scolastico che stiamo esaminando presenti punti di vista nuovi, o altrimenti quali siano i suoi rifermenti dottrinali.
    La risposta è abbastanza facile. Il riferimento continua ad essere quasi in tutto la Costituzione Pastorale “Gaudium et spes”, del 1965, frutto di quel Concilio che ha segnato il punto di maggiore riavvicinamento della Chiesa cattolica al mondo reale, di fatto rinnegato dopo la svolta tradizionalista degli ultimi due papi.
    Fra quel documento e questo testo scolastico esistono comunque delle differenze: in particolare un atteggiamento di fondo che oggi ridimensiona e quasi vela la tradizionale demonizzazione del non credente.
    I capitoli della “Gaudium et spes” che ci interessano sono il 19 “Forme e ragioni dell’ateismo”, il 20 “L’ateismo sistematico”ed il 21 “ Atteggiamento della Chiesa di fronte all’ateismo”.
    Il capitolo 19 sostiene:

    “Molti nostri contemporanei, tuttavia, non percepiscono affatto o esplicitamente rigettano questo intimo e vitale legame con Dio: a tal punto che l’ateismo va annoverato fra le realtà più gravi del nostro tempo e va esaminato con diligenza ancor maggiore. Con il termine «ateismo» vengono designati fenomeni assai diversi tra loro. Alcuni atei, infatti, negano esplicitamente Dio; altri ritengono che l’uomo non possa dir niente di lui; altri poi prendono in esame i problemi relativi a Dio con un metodo tale che questi sembrano non aver senso. Molti, oltrepassando indebitamente i confini delle scienze positive, o pretendono di spiegare tutto solo da questo punto di vista scientifico, oppure al contrario non ammettono ormai più alcuna verità assoluta. Alcuni tanto esaltano l’uomo, che la fede in Dio ne risulta quasi snervata, inclini come sono, a quanto sembra, ad affermare l’uomo più che a negare Dio.”

    Facciamo attenzione a questi punti: ‘gravità dell’ateismo’, ‘indebito oltrepassare dei confini delle scienze positive, ‘negazione di verità assolute’. Evidenziare la gravità dell’ateismo significa per la “Gaudium et spes” innanzitutto colpevolizzare l’ateo, mentre oggi si preferisce rappresentarlo come pecorella smarrita; il resto fa pare del repertorio della predicazione contro il relativismo, della quale è campione Benedetto XVI sin da prima della sua elezione. Sarebbe ovviamente difficile spiegare a dei ragazzini cosa sia il relativismo (e tanto più spiegarne la diversa concezione laica), e per questo i testi di religione a loro dedicati ne parlano in termini meno scientifici e più persuasivi.
    Il seguito del capitolo 19 è la inequivocabile fonte cui attinge l’autore del nostro corso di religione:

    “Altri si creano una tale rappresentazione di Dio che, respingendolo, rifiutano un Dio che non è affatto quello del Vangelo. Altri nemmeno si pongono il problema di Dio: non sembrano sentire alcuna inquietudine religiosa, né riescono a capire perché dovrebbero interessarsi di religione. L’ateismo inoltre ha origine sovente, o dalla protesta violenta contro il male nel mondo, o dall’aver attribuito indebitamente i caratteri propri dell’assoluto a qualche valore umano, così che questo prende il posto di Dio. Perfino la civiltà moderna, non per sua essenza, ma in quanto troppo irretita nella realtà terrena, può rendere spesso più difficile l’accesso a Dio.”

    Un passo che segue evidenzia comunque un salto fra le due catechesi:

    “Per questo nella genesi dell’ateismo possono contribuire non poco i credenti, nella misura in cui, per aver trascurato di educare la propria fede, o per una presentazione ingannevole della dottrina, od anche per i difetti della propria vita religiosa, morale e sociale, si deve dire piuttosto che nascondono e non che manifestano il genuino volto di Dio e della religione.”

    A tutti è chiaro infatti il grande silenzio della chiesa attuale su temi morali che un tempo dominavano (libertà sessuale, coppie di fatto, immoralità nel vestire, frequenza al culto…).
    Il capitolo 20 della “Gaudium et spes” esamina, ovviamente deprecandolo, l’ateismo sistematico, ed in particolare sostiene:

    “Tra le forme dell’ateismo moderno non va trascurata quella che si aspetta la liberazione dell’uomo soprattutto dalla sua liberazione economica e sociale. La religione sarebbe di ostacolo, per natura sua, a tale liberazione, in quanto, elevando la speranza dell’uomo verso il miraggio di una vita futura, la distoglierebbe dall’edificazione della città terrena. Perciò i fautori di tale dottrina, là dove accedono al potere, combattono con violenza la religione e diffondono l’ateismo anche ricorrendo agli strumenti di pressione di cui dispone il potere pubblico, specialmente nel campo dell’educazione dei giovani.”

    Non so quanti fra gli stessi cattolici possano sottoscrivere tali affermazioni, visto che anch’essi sono per la maggior parte dediti alla edificazione della ‘città terrena’, ad uso della quale dimenticano con facilità i precetti religiosi. Meno che mai ci sembra che la nostra società faccia pressione sui giovani in senso antireligioso; semmai vale proprio il contrario, con l’accentuarsi della clericalizzazione della vita pubblica, almeno in Italia.
    Ma soffermiamoci ora su alcuni passi del capitolo 21 “Atteggiamento della Chiesa di fronte all’ateismo”:

    “La Chiesa, fedele ai suoi doveri verso Dio e verso gli uomini, non può fare a meno di riprovare, come ha fatto in passato, con tutta fermezza e con dolore, quelle dottrine e quelle azioni funeste che contrastano con la ragione e con l’esperienza comune degli uomini e che degradano l’uomo dalla sua innata grandezza.”

    Qui l’uomo è giudicato dalla chiesa in quanto colto nel suo (soggettivamente non percepito) degrado, laddove nel corso di religione da cui siamo partiti è raffigurato come ‘impotente’ e ‘disperato’; un evidente mutamento di rotta nel racconto dell’esperienza religiosa.
    Più avanti la “Gaudium et spes” si apre al colloquio con il non credente, in questi termini:

    “Quanto agli atei, essa li invita cortesemente a volere prendere in considerazione il Vangelo di Cristo con animo aperto.”

    Si noti bene: prendere in considerazione il Vangelo. Non si parla qui del problema dell’esistenza di Dio, che è ben altra cosa. Il Vangelo, come messaggio umanitario e per molti aspetti pratici, ci può anche andare bene: una prospettiva contro la quale probabilmente il pontificato attuale proporrà dei correttivi (ovvero, ricollocare dio e l’aldilà in primo piano).

    Al termine di questo breve confronto fra un testo divulgativo e la sua remota fonte, è obbligo tornare ai motivi che mi hanno indotta a commentarlo.
    La principale domanda che dobbiamo porci è questa: è possibile che giovani studenti, in un momento tanto delicato della loro formazione scolastica, siano così impunemente esposti ad un testo francamente confessionale, che non parla asetticamente di religione né di religioni, ma piuttosto inculca i principi ed i pregiudizi di una determinata religione favorita dallo Stato?
    E dobbiamo anche chiederci: è accettabile che il testo in esame falsi così subdolamente quanto lo studente dovrebbe apprendere in seguito, ovvero la consistenza dell’ateismo nel mondo antico e la sua importanza (proprio in quanto corrente antireligiosa) nello sviluppo delle scienze e nella costruzione del mondo moderno?
    La risposta ovviamente è no. Ma non basta affermarlo. Dopo avere impostato un contenzioso sull’ora alternativa, è tempo che si apra un nuovo capitolo nel contrasto alla clericalizzazione della scuola pubblica: è venuto il momento di controllare anche i contenuti dell’insegnamento religioso scolastico ed i testi a supporto. Fra i tanti argomenti da contestare, come oggi mi è parso opportuno segnalare, vi è la rappresentazione dell’ateismo, che non è per nulla obiettiva, ma come sempre denigratoria se non diffamatoria.


    Franceso D’Alpa (responsabile Osservatorio UAAR sui fenomeni religiosi, osservatorio@uaar.it)

    Fonte: http://www.uaar.it/news/2009/06/16/una-certa-rappresentazione-dell-ateismo-degli-atei-nei-testi-scolastici-religione/

    martedì 16 giugno 2009

    No legge bavaglio - Firmiamo!


    Il fascismo una volta salito al potere come prima cosa, per garantire la sua incolumità, attuò una politica di censura verso le maggiori fonti di informazione (radio e giornali all'epoca) garantendosi così che "la gente sapesse quello che deve sapere". E gli italiani infatti erano contenti del fascismo.

    Adesso, la dittatura attualmente al potere, che si traveste dietro le logorate spoglie di una finta democrazia, sta percorrendo gli stessi passi. Le maggiori fonti informative, fino a poco tempo fa, erano le televisioni, e in questo campo la censura è stata attuata da tempo: il 90% delle televisioni sono in mano ad una sola persona e quindi fanno tante voci in una sola direzione, i telegiornali dicono ciò che gli viene detto di dire (vedi :I miliardi italiani fuggono... e nessuno dice nulla) ecc..

    La nuova frontiera dell'informazione è adesso internet, che ormai ha superato la televisione nel campo dell'intrattenimento (e non solo). Di conseguenza (chi ha il potere) comincia a sentirsi le spalle un pò troppo scoperte da scomode voci che circolano in internet. E così, onde evitare che ciò che non è dato a sapere si sappia, si cerca di imbavagliare quell'unica voce di verità nella ormai perduta democrazia italiana: il web.

    E' questo ciò a cui porterà la cosiddetta legge bavaglio. Secondo questo DDL chiunque sia responsabile di un sito, un blog, o un qualsiasi angolo del web in caso di notifica dovrà immediatamente eliminare (entro 48 ore) i contenuti che vengono "dall'alto" ritenuti inappropriati. Per capirci: supponiamo che io sia in vacanza, un utente qui nel mio blog scrive un qualsiasi cosa che da fastidio (con questa legge non c'è bisogno di un giudice per decidere cosa è inappropriato, possono notificarti un obbligo di rettifica a loro piacimento), io (in quanto responsabile del blog) in 48 ore devo eliminare il suo commento. Se dovessi inadempiere a ciò rischio multe salatissime o addirittura il carcere.

    E così, ci stanno facendo lentamente (ma inesorabilmente) chinare sempre più in avanti, e noi (popolo italiano ormai al massimo della passività politica) lasciamo tranquillamente che tutto ci scorra addosso, incuranti delle conseguenze. Tanto domani inizia il Grande Fratello.

    Sinceramente, sono della convinzione che tira tira la corda si spezzi e succeda qualcosa, una rivoluzione (non so se guerra civile o cosa, ma non voglio speculare su ipotesi) o comunque un modo per toglierci dalle scatole questi simpaticoni che hanno "dimenticato" che il potere (kratos) è del popolo (demos). Non sono un brutalista e spero ardentemente in un cambiamento più civile.

    Intanto, tornando all'argomento in questione, per "tentare" di contrastare questa ennesima censura, possiamo firmare e diffondere questa petizione online destinata al presidente della repubblica: http://www.petitiononline.com/bavaglio/petition.html
    Italiani, sveglia!
     

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